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Eseguito il primo intervento in Italia al polso e su rizoartrosi con realtà aumentata
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Eseguito il primo intervento in Italia al polso e su rizoartrosi con realtà aumentata

Enrico Andreoli, giurista sanitario

La Clinica San Francesco di Verona si conferma un’eccellenza a livello nazionale nella chirurgia ortopedica anche degli arti superiori.

Martedì 9 marzo 2021 i chirurghi ortopedici specialisti della mano, i dottori Enrico Carità, Alberto Donadelli e Mara Laterza hanno eseguito i primi interventi in Italia di ricostruzione del legamento di un polso e di impianto di una protesi per rizoartrosi con l’ausilio della realtà aumentata, vale a dire attraverso l’utilizzo di visori 3D, visualizzando in questo modo il campo operatorio e le informazioni del paziente e condividendole con i colleghi di tutta la penisola.

Si tratta di una nuova tecnologia – usata in precedenza in settori quali l’aeronautica – che sfrutta un visore 3D in grado di mostrare, accanto ad elementi reali, anche elementi virtuali essenziali, al fine di fornire maggiori informazioni sul paziente e di guidare il chirurgo durante l’operazione. I due interventi sono stati realizzati con la collaborazione del dottor Pier Paolo Borelli di Brescia e con l’assistenza da remoto di 4Solid, sviluppatore del software di questa tecnologia. Durante il primo intervento è stato ricostruito un importante legamento del polso, lesionatosi a seguito di un trauma. Durante il secondo intervento, invece, è stata trattata una rizoartrosi impiantando una protesi trapezio-metacarpale di ultima generazione, che rappresenta un elemento di particolare specializzazione della Clinica.

«L’utilizzo della realtà aumentata permette di accrescere la precisione del gesto chirurgico – spiega il dottor Carità – potendo visualizzare parallelamente al campo operatorio gli esami strumentali del paziente, le note di tecnica e il planning preoperatorio specialmente durante l’impianto di elementi protesici. Grazie all’utilizzo della realtà aumentata è stato possibile svolgere l’intervento visualizzando nel campo operatorio, sotto forma di ologrammi, tutti gli esami strumentali e i planning preoperatori dei pazienti. Tutto questo “in diretta”: erano infatti diversi i chirurghi collegati da altre sedi italiane che hanno potuto assistere e interagire direttamente con noi».

«La realtà aumentata in chirurgia trova la sua grande utilità nella condivisione dell’atto chirurgico, nella possibilità di mostrare nuove tecniche e assistere eventualmente i colleghi durante l’intervento» commenta il dottor Donadelli.

«I colleghi connessi hanno potuto commentare, porre domande, esprimere opinioni e fare commenti durante i passaggi più critici – concludono i dottori Carità e Donadelli –. Questa nuova tecnologia consentirà in futuro di abbattere le distanze mettendo in comunicazione specialisti nazionali ed internazionali e condividendo informazioni tecniche, chirurgiche o riabilitative. E potrà essere utilizzata anche per la formazione con la possibilità di assistere da remoto chi si approccia ad eseguire interventi particolarmente impegnativi o avesse bisogno di supporto tecnico».

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