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Definito il Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale
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Definito il Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale

G.U. del 29 gennaio 2021, n. 27, S.O. 7

Francesca Gardini, Ufficio giuridico

Il 25 gennaio 2021 è stato sancito l’Accordo, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, sul «Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021-2023)», pubblicato nella G.U. del 29 gennaio 2021, n. 27, S.O. 7.

Tale Piano, documento di riferimento per la preparazione ad un’eventuale pandemia e, al tempo stesso, guida per il processo decisionale nelle varie fasi della pandemia, trae fondamento dai Piani nazionali di Prevenzione e Prevenzione Vaccinale, implementati e monitorati a livello regionale, ed è stato predisposto sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, tenendo conto di diversi elementi.

Esso fornisce un quadro generale delle principali azioni da intraprendere per prepararsi correttamente ad un’eventuale pandemia influenzale, indicando gli elementi essenziali di cui i decisori e tutti i professionisti coinvolti devono essere consapevoli e ai quali devono attenersi al variare della situazione, al fine di limitare il rischio di contagio sia per gli operatori sanitari che per i cittadini. Il suo scopo, in particolare, è quello di facilitare il processo decisionale, l’uso razionale delle risorse, l’integrazione, il coordinamento degli attori coinvolti e la gestione della comunicazione; dovrebbe, inoltre, guidare le azioni del Governo, degli operatori sanitari, del mondo socioeconomico e della popolazione stessa per consentire un ritorno alle normali attività, tenendo conto della possibilità di nuove ondate pandemiche.

Si tratta di un documento redatto per rafforzare la preparedness (tutte le attività volte a minimizzare i rischi posti dalle malattie infettive e a mitigare il loro impatto durante una emergenza di sanità pubblica, a prescindere dalla entità dell’evento) e la readiness (capacità di rispondere in modo tempestivo ed efficace alle emergenze/disastri mettendo in pratica le azioni realizzate nella preparedness) nei confronti di una possibile pandemia da virus influenzale, tenendo conto anche delle lezioni apprese nel corso dell’attuale pandemia che, sebbene causata da un altro virus, ha messo in evidenza punti di forza e di debolezza dei servizi sanitari nel reagire a pandemie da virus respiratori altamente trasmissibili e ad alta patogenicità. Ha una durata limitata (3 anni), essendo pensato come l’inizio di un percorso strutturato ai sensi della dinamicità del ciclo preparedness (percorso dinamico e ciclico della preparazione e risposta alle emergenze che vede la realizzazione di attività specifiche nelle varie fasi pre e post emergenziali finalizzati a migliorare la readiness), e prevede un percorso strutturato di monitoraggio, esercitazione e revisione.

Il Piano è organizzato in una parte generale, per lo più introduttiva, ove vengono chiariti l’approccio alla pianificazione adottato, la strategia operativa e i profili etici e bioetici, e una parte dedicata alle diverse fasi pandemiche di riferimento (inter-pandemica, allerta, pandemica, di transizione) ove, per ciascuna di esse, vengono individuate diverse aree tematiche per le quali si precisano attività/funzioni operativa, obiettivi di preparedness, azioni essenziali, e se rilevanti auspicabili, che devono essere predisposte, e principali attori.

A tal fine, nella fase inter-pandemica, per ogni azione sono individuati anche gli attori responsabili, gli atti attestanti la realizzazione e i tempi della stessa; ciò al fine di agevolare, allo scadere del primo anno di pubblicazione del Piano, l’attività di monitoraggio dell’implementazione dello stesso con rilevazione delle azioni realizzate. Il secondo anno, infine, si passerà ad una valutazione di tipo funzionale/operativa delle azioni previste nelle fasi di allerta e pandemica, attraverso simulazioni che coinvolgano referenti delle Regioni/PA e attori rilevanti a livello nazionale, che, a sua volta, contribuirà, entro un anno dall’esercizio di simulazione, al lavoro di revisione del Piano stesso in accordo con i referenti regionali.

A tale proposito, tra l’altro, segnaliamo, in quanto di particolare interesse per il nostro settore, che, in tema di servizi sanitari assistenziali, nella fase inter-pandemica, si legge nel documento, è cruciale, che i piani regionali di preparazione alla pandemia e i piani operativi locali siano messi a punto, testati e sottoposti a periodica verifica di efficacia. Si tratta di piani che devono interessare i servizi sanitari ospedalieri e territoriali pubblici e privati, devono essere articolati fino al livello di struttura/organizzazione, devono essere coerenti e coordinati tra loro e con il Piano pandemico nazionale, in modo da garantire la continuità operativa e il coordinamento dei servizi sanitari essenziali, e devono essere attuabili in modalità scalare in base alla necessità epidemiologica.
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