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È il momento di progettare la sanità del futuro
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È il momento di progettare la sanità del futuro

Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop
 
Un’esperienza dalla quale trarre insegnamenti, che devono essere utili a tutti.
Dobbiamo guardare con questo atteggiamento alla fase più critica dell’emergenza Covid-19: una sfida inedita e drammatica, che ha messo a dura prova il nostro SSN.
Per quanto attiene la componente di diritto privato del SSN, l’insegnamento appreso non è altro che la conferma di quanto già sapevamo e che è sancito dal nostro ordinamento: il Sistema Sanitario Nazionale è uno solo, composto da due diverse anime.
 
L’unità del SSN è la premessa imprescindibile sulla quale costruire il futuro della nostra sanità.
 
È uniti – componente di diritto pubblico e componente di diritto privato -, che abbiamo e stiamo continuando a fronteggiare l’emergenza nelle sue differenti fasi e rispetto alle diverse implicazioni.
Ed è così che dobbiamo pensare, concretamente, a come affrontare le sfide della sanità del futuro.
 
Desidero rilevare, una volta ancora, il concetto di unità del SSN.
 
Facendo riferimento all’unità, non mi riferisco, semplicemente, ad un’immagine oppure ad uno stato d’animo, ma alla necessità di valorizzare il reale coordinamento che esiste tra la componente di diritto pubblico e la componente di diritto privato del SSN.
 
Nella fase maggiormente critica dell’emergenza da Covid-19, le nostre 500 strutture – che occupano 70mila dipendenti e hanno circa 60mila posti letto – hanno dimostrato di essere una rete sulla quale chi opera la programmazione può contare per soddisfare i bisogni e la domanda di salute degli italiani.
Questo fatto - perché di un fatto si tratta -, è la conferma, quanto più concreta possibile, di come la massimizzazione dell’integrazione, all’interno del SSN, delle due componenti, rappresenti la soluzione più consona a adeguata per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
 
Quando parlo di sostenibilità del SSN, ovviamente, mi riferisco alle principali sfide che si prospettano all’orizzonte, ma che, in realtà, erano già note antecedentemente all’esperienza della pandemia. Mi riferisco quindi:
 
• all’annoso fenomeno delle lunghe liste d’attesa;
• all’utilizzo improprio dei Pronto Soccorsi;
• al rafforzamento della medicina territoriale;
• all’aumento della mobilità sanitaria intra-frontaliera e trans-frontaliera;
• alla digitalizzazione della sanità italiana e la reale implementazione della telemedicina.
 
Personalmente ritengo, più in generale, che la componente di diritto privato del SSN possa contribuire a dare una risposta importante ad ogni tema di quelli che ho appena elencato; questo, naturalmente, nell’ambito di un coordinamento e di una programmazione istituzionale solida e autorevole.
 
Desidero effettuare insieme a voi una riflessione su alcune circostanze.
 
I nostri ospedali, oggi, sono impegnati nell’erogazione di una ampia gamma di prestazioni sanitarie, tra le quali la cardiochirurgia, la neurochirurgia, l’oncologia e tutte le altre prestazioni per acuti, di riabilitazione, di lungodegenza post-acuzie, e quelle per anziani non autosufficienti, così come quelle di recupero funzionale per handicap, di riabilitazione neuropsichiatrica e gli hospice.
 
A fronte di un’offerta di salute così eterogenea e variegata le nostre strutture hanno, quindi, la potenzialità di rispondere alle esigenze di ben più di quel milione di assistiti, per circa 8 milioni di giornate di degenza, pari al 28,4% delle giornate totali di ricovero e al 26,5% delle prestazioni SSN che oggi garantiscono, in una contesto che non utilizza la potenzialità erogativa delle nostre strutture.
 
È evidente il grande contributo che la nostra componente garantisce al SSN.
 
Posso affermare, a questo proposito, la nostra determinazione nel continuare ad investire, creando valore per il SSN.
 
A testimonianza di quanto appena detto, mi preme, inoltre, rilevare che, poche settimane fa, abbiamo sottoscritto una pre-intesa con le OO.SS per il rinnovo del CCNL dei dipendenti non medici della componente di diritto privato del SSN.
 
Perché, tuttavia, la nostra determinazione nell’investire sul SSN possa trovare reale concretizzazione, è necessario strutturare una strategia comune e sinergica tra le Istituzioni pubbliche e gli attori della sanità.
Solo così si potrà ambire ad una efficace ed efficiente tutela del SSN in grado di garantire ai cittadini italiani le migliori cure possibili.  
 
Desidero rilevare, a tal proposito, che questa strategia comune può e deve partire - a nostro parere - da un’azione congiunta, che veda unite le due componenti dell’unico SSN per la risoluzione dell’annoso problema delle liste d’attesa.
 
Sempre con maggiore frequenza, infatti, leggiamo, su diverse testate nazionali, che quello dell’allungamento delle liste d’attesa è un problema senza soluzione. Questa sfida, invece, può essere vinta – ne sono certa – utilizzando a pieno regime la capacità delle nostre strutture di erogare, con efficienza, le prestazioni sanitarie, aumentando strategicamente volumi e funzioni, laddove si riscontrino dei bisogni di cura non soddisfatti.
Agire in questo modo significherebbe fornire l’ennesima riprova che l’unita del sistema è la carta vincente per una sanità migliore.
 
Riteniamo, inoltre, che tale strategia comune debba tradursi in un piano di investimenti che abbia l’obiettivo di porre ogni attore del SSN – a prescindere dalla sua natura privatistica o pubblicistica – in una condizione che consenta la massima concentrazione possibile di energie nelle aree terapeutiche nelle quali possiede la maggiore specializzazione.
 
Solo così, sia gli ospedali pubblici e quelli privati, potranno sfruttare le economie di scala che derivano dalla specializzazione.
Tutto questo garantirebbe cure per tutti gli italiani.
 
Noi, ci siamo resi fin da subito disponibili a mettere a disposizione delle Istituzioni le nostre conoscenze, competenze, esperienze e potenzialità, le nostre strutture di eccellenza, l’alta specializzazione delle nostre risorse umane e materiali, per creare sinergie sempre più efficaci.
 
Indiscussa è la nostra voglia di investire sul SSN e di contribuire a costruire la sanità del futuro. Altrettanto indiscusso è, però, il nostro proposito di valorizzare e difendere il ruolo delle strutture di diritto privato all’interno del SSN.
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