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Il dedalo dei 21 Sistemi sanitari
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Il dedalo dei 21 Sistemi sanitari

In distribuzione alle Istituzioni e alle strutture associate Aiop, il 17° Rapporto Ospedali&Salute 2019

Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop

Il Rapporto Ospedali&Salute, anche quest’anno, ha monitorato l’andamento del Servizio sanitario nazionale, ponendo l’attenzione sul sistema ospedaliero italiano analizzato da due punti di vista:
− i bisogni e la domanda dei cittadini e degli utenti;
− il tema dell’offerta proposta dalla “macchina” sanitaria ed i relativi livelli di efficacia e di efficienza dei servizi e delle prestazioni.

In particolare però, l’attenzione del Rapporto 2019 che, purtroppo, a causa della pandemia da Covid-19, non è stato possibile presentare nelle sedi istituzionali, è stata rivolta, quest’anno, ad illustrare il fenomeno delle differenze che caratterizzano i 21 Servizi sanitari regionali, ponendo a confronto – sulla base dei dati disponibili – sia la diversità dell’offerta, sia le opinioni, le valutazioni e gli orientamenti da parte di un campione di popolazione, da un lato, e di un campione di caregiver, dall’altro.

Il quadro che viene delineato è quello di un “sistema ospedaliero a due facce”. La prima, mostra risultati statistici medi nazionali in crescita, per quanto riguarda la complessità e l’efficacia delle prestazioni; mentre la seconda evidenzia una “medietà” non sempre soddisfacente della copertura effettiva dei territori e delle singole strutture ospedaliere e post-ospedaliere.

Sotto il profilo territoriale, lo svantaggio penalizza, soprattutto, la situazione del Mezzogiorno.
Anche se – ed è bene ricordarlo – può esistere una “medietà” insoddisfacente, non solo delle prestazioni e dei servizi ma, anche, dei livelli di efficienza gestionale all’interno dei singoli Servizi sanitari regionali e/o dei diversi territori che compongono ogni singola regione o all’interno di specifiche strutture di cura. In altri termini, accanto ad ospedali di qualità (o addirittura di eccellenza), possono esisterne altri caratterizzati da una “medietà” modesta o, addirittura, inadeguata.

La realtà descritta dal Rapporto, deve quindi essere attentamente analizzata e compresa. Non è sufficiente, cioè, analizzare dati statistici medi nazionali, né soffermarsi solamente sull’eccellenza di qualche struttura, se poi non si è in grado di garantire un livello medio accettabile ed, adeguatamente, diffuso delle prestazioni e un livello gestionale appropriato delle strutture.

Se così si facesse, il rischio sarebbe quello del generarsi e consolidarsi 21 Servizi sanitari regionali diversi, anziché un unico Servizio Sanitario Nazionale. È evidente come questo sia un orizzonte non accettabile.
Sottolineato tutto questo, è comunque opportuno ribadire come l’andamento medio statistico della complessità delle prestazioni e quello degli indicatori di esito migliorino nel corso del tempo, accompagnati da un apprezzamento consolidato, da parte dei cittadini, del sistema misto tra ospedali pubblici e ospedali accreditati.

Basta notare come le prestazioni di alta complessità, erogate ai pazienti acuti durante il ricovero, crescano come valore medio nazionale, passando dal 14,4% del 2015 al 14,9% del 2017 per la componente ospedaliera di diritto pubblico e in maniera ancora più consistente, e con valori più elevati, per la componente ospedaliera di diritto privato: quest’ultima, infatti, sale nello stesso periodo dal 18,7% al 21,2%.
E così avviene, anche, per gli indicatori di esito (calcolati su 28 prestazioni appositamente analizzate nell’anno 2018), sia all’interno degli ospedali pubblici (per 4 prestazioni su 28) e per ben 18 sulle stesse 28, nel caso degli ospedali accreditati.

Un altro ambito particolarmente delicato, rispetto al quale è stato posto l’accento nel Rapporto 2019, è quello delle “modalità di giunzione”, che hanno a che fare con l’accesso, la permanenza e l’uscita dalle strutture ospedaliere, modalità che mostrano un netto peggioramento tra il 2014 e il 2019, secondo le dichiarazioni dei caregiver.
L’insoddisfazione, la ricerca delle soluzioni ritenute migliori per il paziente o le attese prolungate per le prestazioni, spingono i caregiver a trovare delle soluzioni alternative sia all’interno, che all’esterno della propria regione di residenza, ricercando strutture e servizi alternativi (nell’ambito pubblico, accreditato o privato a pagamento).

Un comportamento, particolarmente, significativo è quello della mobilità sanitaria extraregionale, fenomeno che si presenta in controtendenza rispetto all’andamento complessivo dei ricoveri a livello nazionale. Questi ultimi, infatti, hanno registrato negli ultimi dieci anni una flessione del 25,9%, mentre i ricoveri in altre regioni rispetto a quelle di residenza sono saliti dal 7,4% del 2009 all’8,8% del 2018.
In merito, invece, al rimando e/o alla rinuncia alle analisi e/o alle cure, viene messa in evidenza una tendenza, chiara e inequivocabile, all’incremento, nel corso del tempo, dovuto, soprattutto, alla lunghezza delle attese per poter ottenere le prestazioni desiderate.

Quali possono essere, quindi, le linee generale indicate dal Rapporto 2019?
La situazione complessiva del Sistema sanitario e ospedaliero italiano delinea un confronto tra un andamento statistico medio nazionale in evoluzione positiva, a fronte, però, di una “medietà” di servizi e di prestazioni sovente inadeguata o in peggioramento: con differenziazioni di tipo territoriale, a partire soprattutto dalle regioni del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese, ma anche di tipo puntuale, all’interno di singole realtà locali.

Sintetizzando questa situazione, è opportuno, tra l’altro, precisare come l’insieme dei fenomeni richiamati nel Rapporto Ospedali&Salute, non origini solo dall’ultimo anno analizzato (il 2019), bensì rappresenti una tendenza che si è via via accumulata nel tempo, che ha contribuito a generare (spesso ad accentuare) le differenze tra un Servizio sanitario regionale e l’altro.
Certamente, ne emerge una situazione particolarmente difficile per il Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord, ma anche differenze interne ad ogni singolo Servizio regionale.

Ragione per la quale, si è rilevata l’esigenza che, pur presentando l’autonomia regionale che, a nostro avviso è una conquistata preziosa che va custodita, perché consente di governare i diversi territori in base alle loro specificità e peculiarità e alle competenze sviluppate, è necessario che le Regioni si coordinino meglio e di più e condividano modelli virtuosi, già sperimentati, per evitare di doversi confrontare con 21 Sistemi sanitari regionali, che garantiscono risposte sanitarie e assistenziali, assai differenziate, le une dalle altre, rispetto alla domanda dei propri cittadini.
È questo il modello che auspichiamo.

In allegato l'introduzione del Presidente nazionale Aiop, Barbara Cittadini.

 

brossura, 496 pagine

formato 15,5X23


ISBN-13: 9788835101765




La Collana è disponibile gratuitamente sulla piattaforma Open Access di FrancoAngeli in questa pagina: 
http://bit.ly/CollanaAiop


 

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