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Riabilitazione: ecco la nuova frontiera
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Riabilitazione: ecco la nuova frontiera

Convegno Arsop Veneto

Carlo Saccon, Ufficio Stampa Sede regionale

Lo scorso 16 marzo, gli operatori della riabilitazione hanno partecipato al convegno presso il centro servizi “Dott. Pederzoli” di Peschiera del Garda, promosso da Arsop Veneto (Associazione medici riabilitatori specialisti dell’ospedalità privata) per fare il punto sulle eccellenze della riabilitazione privata accreditata.

Il convegno vuole celebrare la nascita dell'Arsop Veneto - ha detto il presidente Claudio Bulighin -. Siamo partiti in regione un paio di anni fa, ma Arsop è nata in Lombardia nel 2014. Nel tempo una sezione regionale è nata anche in Campania e presto si aggiungerà il Lazio. Arsop coinvolge tutti gli operatori che lavorano nelle riabilitazioni private”.
Lo scopo dell'associazione e duplice: scientifico-divulgativo, proponendosi anche come interlocutore nei tavoli regionali e ministeriali. Un ruolo sottolineato anche dal presidente di Aiop Veneto, Giuseppe Puntin. “Il decreto 70 che “rappresenta” gli standard organizzativi e strutturali della nuova rete ospedaliera prevede per la riabilitazione 1.200 posti letto - ha evidenziato Puntin durante i lavori. - In realtà, i dati epidemiologici e le società scientifiche dimostrano la necessità di almeno 6.000 posti letto: è evidente che il divario porta a ricadute negative sui pazienti. La domanda è: questi parametri servono ad aumentare l'efficienza del sistema o si traducono invece in un razionamento delle prestazioni? In questo quadro, il ruolo delle società scientifiche è fondamentale perché possono incidere positivamente sulle normative che vengono adottate”. Un’apposita sezione dei lavori è stata dedicata alla tecnologia, con focus sulla riabilitazione virtuale e sulla robotica.
Riabilitazione virtuale e robotica sono sempre più utilizzate - ha detto Claudio Bulighin - e rappresentano la nuova frontiera nel nostro settore. La riabilitazione virtuale, in particolare, può essere considerata l’elaborazione di tecniche di simulazione sperimentate in precedenza in altri settori, come i simulatori di volo in campo aeronautico: il paziente viene “immerso” in una realtà virtuale mediante apparecchiature collegate ad un computer. Così, ad esempio, grazie a speciali sensori e guanti sensorizzati che consentono di toccare gli oggetti virtuali che appaiono sul monitor, si permette di ripetere il movimento fino a quando la funzionalità dell’arto riprende lentamente”.
La realtà virtuale non è alternativa alla riabilitazione tradizionale, ma la integra. “É un metodo che prende sempre più piede e che negli ultimi mesi ha registrato una crescita esponenziale, testimoniata dai numerosi studi pubblicati in letteratura - prosegue Bulighin -. Un altro aspetto innovativo della riabilitazione è quello robotico, mediante l’utilizzo di speciali esoscheletri che possono essere applicati al paziente e di altre apparecchiature robotiche che sono in grado di dare un supporto funzionale al movimento degli arti e del tronco. La robotica può essere utilizzata in più tipologie di pazienti con diagnosi neurologiche e ortopediche e consente a loro di acquisire nuovamente la sensazione del cammino o il controllo di parti che da soli non riescono a muovere”. L’obiettivo del convegno di sabato è duplice. “Intendiamo far emergere la rilevanza della tecnologia nel nostro settore – conclude Bulighin - delineando, al contempo, i punti di forza delle strutture aderenti alla nostra associazione scientifica che rappresenta un’emanazione di Aiop e che si va estendendo alle altre strutture ospedaliere private della regione. Strutture che hanno dimostrato una spiccata attenzione verso le ultime novità in ambito riabilitativo e che rappresentano a livello ospedaliero più del 50% dei ricoveri di riabilitazione in regione”.
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