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Come affrontare le sfide della sanità nell’Ue

Portare i sistemi sanitari europei nel 21° secolo

Alberta Sciachì, Ufficio Rapporti internazionali

Molte delle sfide sanitarie dei Paesi dell’Unione possono essere affrontate attraverso iniziative europee. Se è vero, infatti, che la sanità è competenza degli Stati membri è altrettanto vero che nell’articolo 168 del Trattato di Lisbona si stabilisce che l’azione dell’Ue deve essere di complemento alla politiche nazionali, al fine di migliorare la tutela della salute.
Gli europarlamentari e gli esperti intervenuti ad un evento organizzato dall’agenzia di comunicazione, "POLITICO Europa", hanno indicato tre aspetti cruciali in cui l’Unione può offrire opportunità di soluzione: accesso alle prestazioni, malattie non trasmissibili, vita economica e sociale.
In primo luogo, si registrano notevoli ineguaglianze nell’accesso alle prestazioni non solo tra diversi Paesi, ma anche tra cittadini appartenenti alla stessa nazione; in secondo luogo, le soluzioni chiave per ridurre le malattie non trasmissibili si trovano a livello internazionale e la condivisione dei dati è essenziale per promuovere la ricerca; infine, la sanità abbraccia aspetti sia personali, sia sociali ed economici.
Da quest’ultimo punto di vista si giustifica un approccio europeo, perché le società sane, secondo una recente pubblicazione della Banca mondiale, registrano una crescita economica superiore dell’1,5% rispetto a quelle in cui la sanità è carente, con una differenza per l’UE calcolata in circa 250 miliardi di euro. Sebbene la tutela della salute sia innanzitutto un diritto umano, l’opportunità di accesso ai trattamenti necessari dipende troppo dal luogo in cui si vive e dalle condizioni personali. Gli aspetti di carattere economico-sociale hanno, dunque, un impatto non trascurabile sulla vita delle persone, considerando che una differenza di otto anni nell’aspettativa di vita e di diciotto nell’invecchiamento in buona salute dipendono dalla formazione ricevuta.
Che fare allora per ridurre le differenze, sostenere la ricerca e promuovere sistemi sanitari sostenibili? Una via preferenziale è quella dei fondi europei, ma è importante che essi siano utilizzati per programmi in campo sanitario e che tale destinazione sia stabilita chiaramente a livello regolamentare. In questa prospettiva esistono tre aree, in cui l’Ue può contribuire a portare i sistemi sanitari nel 21° secolo: sviluppare al meglio un mercato unico digitale; favorire l’implementazione dei programmi pilota, finanziati da Horizon 2020, al fine di ottenere cambiamenti strutturali; promuovere partnership di lunga durata.
La sanità è un settore in rapida evoluzione in cui professionisti, pazienti, provider di servizi e tecnologie, organizzazioni di ricerca concorrono come partner per trovare soluzioni alle patologie ed alle sfide di carattere organizzativo. In tutti questi ambiti i progressi della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale servono a trovare nuove soluzioni. Consentire ai pazienti ed ai dati sanitari di muoversi liberamente all’interno del mercato unico digitale è essenziale per l’evoluzione dei sistemi sanitari: la condivisione dei dati, infatti, può contribuire efficacemente ad offrire risorse per la ricerca clinica e per trattamenti personalizzati all’interno dei percorsi di cura, specialmente nel campo delle malattie rare.
In linea generale, sistemi integrati e connessi in grado di raccogliere, interpretare e misurare le informazioni cliniche ed operative costituiscono una brillante opportunità di realizzare un’assistenza value-based. Questo perché collegare dati e persone può creare un network in grado di misurare gli outcome che definiscono il valore delle prestazioni sanitarie offerte. In prospettiva, le aree in cui si può accelerare il progresso includono la misurazione standardizzata delle performance e dei dati per il benchmarking; nuove forme di pagamento ed incentivi; cambiamenti nell’organizzazione e nella gestione manageriale delle strutture sanitarie.

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