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Lettera del Presidente Aiop a Milena Gabanelli
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Lettera del Presidente Aiop a Milena Gabanelli

In risposta all'articolo pubblicato su Il Corriere della Sera, lunedì 1 ottobre 2018, su Data Room - la striscia curata da Milena Gabanelli e da Simona Ravizza - in cui viene posta l'attenzione sulle prestazioni specialistiche del Sistema sanitario e sulle problematiche relative alle liste d'attesa, il Presidente nazionale Aiop, Barbara Cittadini, ha inviato una lettera. In attesa della sua pubblicazione, condividiamo il testo integrale.


Gent.me Dott.sse Gabanelli e Ravizza,

ho letto con vivo interesse il vostro articolo, apparso il 1° ottobre u.s, sulle pagine del Corriere della Sera, relativo alla criticità sulle liste d’attesa per le visite, gli esami e, in generale, le prestazioni garantite dal SSN.

Il tema che affrontate è, certamente, importante e merita tutta l’attenzione del caso.
Il problema della assegnazione dei fondi dedicati al Servizio Sanitario Nazionale è, però, notevolmente complesso e deve essere, quindi, compreso a fondo, soprattutto, perchè investe non solo un servizio essenziale per i cittadini italiani, ma un loro diritto costituzionale.

Al di là delle statistiche riportate, trovo doveroso evidenziare alcuni aspetti, che, a mio parere, occorre precisare. Mi trovo d’accordo con l’individuazione che fate dei tre problemi di fondo, ancora, senza soluzione: “Una programmazione che tenga conto dei bisogni di salute dei pazienti e crei tra questi e le risorse economiche a disposizione una corrispondenza responsabile; l’appropriatezza delle prestazioni; il controllo su come viene speso il denaro pubblico".

Aiop è, incontrovertibilmente, sostenitrice della trasparenza e dell’aumento dei servizi necessari dedicati ai cittadini: la verifica di come vengono spesi i soldi pubblici è per noi un tema prioritario. La rappresentazione di una sanità privata accreditata interessata, prevalentemente, al fatturato è una visione che non tiene conto del senso di responsabilità dei nostri operatori, documentato, tra l’altro, dal diffuso e sistematico superamento dei tetti dei budget, previsti come vincolanti dai contratti, ai quali non corrisponde nessuna remunerazione di alcun tipo. Una visione non corretta e che non possiamo non rigettare.

Si tratta di una “lettura” della realtà che sconta una non conoscenza piena del funzionamento del Sistema, nel quale le nostre strutture operano, quotidianamente, avendo consapevolezza dell’importanza del ruolo al quale sono chiamate e del quale rispondono ai cittadini.

Piuttosto, sarebbe utile rivedere i meccanismi di assegnazione delle risorse nazionali dedicate al SSN, in considerazione del fatto che quelli attuali finiscono per penalizzare i livelli di servizio sia della sanità privata che di quella pubblica.
Più in generale poi, si potrebbe fare molto di più se le norme nazionali non impedissero alle Regioni di utilizzare meglio le nostre strutture, valutandone realmente gli outcome in termini di costi/benefici. Questi sono i punti sui quali bisogna insistere.

Ritengo, in definitiva, che occorra passare da una visione che immagina, ancora, acronisticamente la sanità privata accreditata contrapposta a quella pubblica, ad una visione che valuti, senza pregiudizi, tutte le opportunità possibili per concretizzare una maggiore sinergia fra pubblico e privato accreditato, che sono componenti della rete del SSN, per dare una risposta efficiente, efficace, di qualità e con tempistiche accettabili ai bisogni di salute degli italiani. Tutto con un solo obiettivo: migliorare da un punto di vista quali-quantitativo l’assistenza sanitaria nei modi non solo più efficienti possibile, ma soprattutto più efficaci per tutti i cittadini.

Ѐ anche una questione di sensibilità da parte delle Istituzioni a tutti i livelli, oltre che della politica più in generale. Sono certa che il Corriere della Sera possa fare molto in questo senso.

Cordiali saluti.


Il Presidente Nazionale
Barbara Cittadini


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