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La situazione del settore ospedaliero privato nei Paesi dell’Unione europea
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La situazione del settore ospedaliero privato nei Paesi dell’Unione europea

Alberta Sciachì, Responsabile Ufficio Rapporti internazionali

In occasione dell’ultima riunione del Consiglio UEHP, svoltasi a Varsavia in presenza del Ministro della sanità polacco, alcune delle Associazione aderenti, tra cui il nostro, hanno presentato una sintesi della situazione del settore ospedaliero nei rispettivi Paesi di appartenenza.
In Germania, nel 2000, il privato rappresentava il 22% del mercato sanitario ed ha ora raggiunto il 36%. Una tale crescita esponenziale è stata determinata dal processo di riunificazione e dalla successiva crisi finanziaria, in cui il ricorso al privato ha registrato un ulteriore incremento per la necessità di investimenti. Attualmente, tale crescita prosegue al ritmo dell’1-2% annui. Per quanto concerne le regole generali del modello tedesco, le strutture pubbliche e private, profit o non-profit, sono finanziate dalla spesa pubblica in base agli stessi criteri e devono rispondere ai medesimi requisiti. Riguardo poi alla composizione del settore, le cliniche di media dimensione hanno circa 250-300 p. l. e quelle di dimensioni maggiori tra i 1000 e i 2000 p. l., i gli ospedali universitari privati contato circa 2000 letti. Altro trend molto indicativo è la presenza di grandi gruppi ospedalieri privati, che sta spingendo lo stesso settore pubblico ad organizzarsi in gruppi. Un ultimo aspetto da rilevare è che, nella misura in cui decresce l’entità dei finanziamento pubblici, il settore privato continua a crescere in quanto è in grado d’investire ulteriori risorse in infrastrutture.
In Spagna, all’interno del Servizio sanitario nazionale composto da strutture pubbliche e private, nonché caratterizzato come il nostro dall’autonomia regionale nelle negoziazioni, il settore privato rappresenta uno dei driver economici più importanti ed assorbe il 36% della spesa pubblica coperta in convenzione. La sua presenza è maggioritaria in quanto esso rappresenta il 56% delle strutture ospedaliere, il 48% dei letti, il 33% della diagnostica, il 56% delle risonanze magnetiche, la maggioranza delle apparecchiature robotiche. Inoltre 24 ospedali universitari sono privati.
I dati di attività sono ugualmente significativi in Francia, dove il comparto privato con mille strutture rappresenta 1/3 dei p. l. ed eroga il 54% degl’interventi chirurgici, il 66% della chirurgia ambulatoriale, il 32% della riabilitazione, il 17% dei letti psichiatrici, assistendo 9 milioni di pazienti ogni anno, tra cui il 50% dei malati oncologici. I provider pubblici e privati sono tenuti a rispondere agli stessi requisiti regolamentari e di qualità. Entrambi sono attualmente remunerati in base ai DRG, ma si sta studiando un metodo di finanziamento basato anche sulla qualità e sugli outcome. Il contesto è competitivo, in quanto il paziente esercita effettivamente il diritto di libera scelta, che costituisce il punto di forza del settore privato.
Questi trend si riscontrano anche in Paesi più piccoli e meno solidi dal punto di vista finanziario, come il Portogallo, dove il settore privato è in costante crescita e rappresenta 1/3 dei letti ospedalieri con punte del 50% nelle grandi città come Lisbona e Porto. La sua attività copre il 38% degli interventi chirurgici ed il 30% delle visite specialistiche. Alla gestione privata in PPP sono inoltre affidati quattro tra i maggiori ospedali pubblici, che in questo modo hanno registrato risparmi del 20%. Il settore privato inoltre collabora con il Ministero della sanità per ridurre le liste di attesa garantendo un accesso più ampio ai servizi.
Anche in Paesi dell’est Europa il settore privato, sia pure ai suoi inizi, è in crescita, come in Romania, dove è aumentato del 12%, arrivando a coprire il 60% dei trattamenti per il cancro ed il 100% sia delle cure primarie, sia della dialisi.
In tutta Europa, dunque, nonostante alcuni problemi comuni a tutti i Paesi derivanti dal persistente privilegio del pubblico, l’ospedalità privata in una situazione di competizione regolata, correttamente gestita, può dimostrare la propria capacità di promuovere la qualità e di contenere i costi, evitando gli sprechi, in un processo di collaborazione tra tutti gli stakeholder e di coordinamento dei servizi, in cui il settore privato svolge un ruolo essenziale per la difesa del sistema europeo di welfare.
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