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Ausl Area Vasta Romagnola: qualità, innovazione, collaborazione. Un modello vincente per l'Italia?
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Ausl Area Vasta Romagnola: qualità, innovazione, collaborazione. Un modello vincente per l'Italia?

Forum del 5 luglio 2018 che si è tenuto presso la sala conferenze del Maria Cecilia Hospital di Cotignola

In vista del del forum "Ausl Area Vasta Romagna: qualità, innovazione, collaborazione. Un modello vincente per l' Italia?" che si è tenuto ieri nella sala conferenze del Maria Cecilia hospital di Cotignola, il presidente Aiop Emilia Romagna, Bruno Biagi, nonchè Vicepresidente nazionale ha rilasciato un'intervista pubblicata sul quotidiano Il Resto del Carlino di giovedì 5 luglio scorso, che vi riportiamo di seguito.

«È anche grazie alla sanità privata se in Emilia Romagna, a differenza che in altre parti d' Italia, si sono mantenuti tempi accettabili a proposito delle liste d' attesa». Questo è quanto ripete da tempo Bruno Biagi, Vicepresidente dell' Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e Presidente della sua sezione regionale. «Ora però occorre fare un passo ulteriore».

Quale? «Come ho detto, le liste d' attesa per gli esami diagnostici qui in regione si sono mantenute entro livelli accettabili. Dobbiamo però fare sì che lo stesso si possa dire anche per le liste d' attesa per gli interventi chirurgici. Su questo fronte occorrono investimenti, senza preconcetti di natura ideologica».

A cosa si riferisce? «Alla pretesa che un ospedale debba coprire da solo l' intera gamma di specialità. Non vedo perché l' ente pubblico dovrebbe sostenere spese di questo genere quando può fare ricorso a fior di specialisti già presenti su un determinato territorio».

Qual è la percentuale di ricorso alla sanità privata nella regione Emilia Romagna?
«Intorno al 25%, per una spesa complessiva, in materia di finanziamenti pubblici, tra il 16 ed il 17%. Anche se personalmente ritengo che le strutture private accreditate siano anch' esse, in qualche modo, parte del settore pubblico».

Negli ultimi anni la sanità privata ha potuto offrire prestazioni diagnostiche a costi solo lievemente superiori agli ospedali, a fronte di tempi più brevi.
Teme che l' eliminazione del superticket penalizzerà il vostro settore?

«Non ho questa preoccupazione. Non lavoriamo sulle inefficienze del pubblico; il ricorso alle prestazioni di cui parla, le cosiddette out of pocket, potrà diminuire, ma non si ridurrà la necessità di esami e terapie».
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