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I siciliani rinunciano a curarsi. Non c'è una risposta adeguata
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I siciliani rinunciano a curarsi. Non c'è una risposta adeguata

Articolo pubblicato sul quotidiano La Sicilia il 17 maggio 2018

Tempo fa da queste pagine avevamo evidenziato che nei siciliani c' è sempre più sfiducia nei confronti delle istituzioni per quanto riguarda il rapporto malattia-cura. Tanti siciliani, infatti, non si fanno curare forse perché non hanno risposte positive da parte di questo o quell' altro ospedale sia pubblico che privato e altri ancora preferiscono "emigrare" chi ha però le possibilità economiche, in ospedali e centri specialistici del nord Italia.
La conferma di questo fenomeno, che sempre più si va diffondendo, forse anche a causa dei tempi di attesa, alle volte anche biblici per una indagine diagnostica, arriva da Barbara Cittadini, presidente regionale Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), nonché vicepresidente nazionale della stessa associazione e in corso per la poltrona della presidenza.
«La gente rinuncia a curarsi - ha detto la Cittadini partecipando ad un forum organizzato dall' Agenzia Italpress - .Non parlo di prestazioni salvavita ma, per esempio, di prestazioni specialistiche chirurgiche. Tutta la domanda inespressa diventa pero' nel medio-lungo periodo un costo sociale elevatissimo. Ci sono delle patologie per le quali la Sicilia, rispetto ad altre regioni d' Italia, ancora non riesce a garantire un' adeguata risposta assistenziale. Scontiamo, inoltre, un grave problema che deve trovare una soluzione in tempi rapidi se non si vuole rischiare di consegnare agli italiani un sistema sanitario non adeguato a quello dei paesi della comunità europea. E' vigente una norma che inibisce la crescita sine die delle strutture private accreditate. E' comprensibile che, in momenti di emergenza, debbano essere adottate delle misure emergenziali, ma se i provvedimenti emergenziali diventano strutturali, indiscutibilmente, deprimono un sistema dal punto di vista quali-quantitativo. Chi ha la responsabilità delle scelte a livello nazionale non può consentire che una cattiva norma non venga riscritta e chi le ha a livello regionale deve chiedere e ottenere che, avendo razionalizzato la spesa e diminuito il deficit, dopo dieci anni di sacrifici gli sia consentito di rimettere risorse nel sistema per non condannarlo a un ineluttabile processo involutivo».
La Cittadini ha poi aggiunto che «con il Governo regionale e l' assessore alla Salute, Ruggero Razza, il rapporto è ottimo. Anche in passato abbiamo sempre cercato di interloquire con la ragionevolezza delle nostre idee e la forza dei nostri numeri. Siamo sempre stati ascoltati e tenuti in considerazione perché abbiamo avuto un approccio leale e corretto. Anche con questo Governo il confronto è sereno, di virtuosa sinergia rispetto a degli obiettivi condivisi. Del resto, ci occupiamo di un diritto costituzionale, che è quello alla salute. Abbiamo il dovere di trovare delle convergenze con un unico obiettivo, tutelare gli interessi e i bisogni reali dei siciliani».
Barbara Cittadini, come detto, è in corsa per la presidenza nazionale dell' Aiop la cui elezione è in programma a Roma il prossimo 26 maggio, ha poi messo a fuoco il tema dei tagli nella sanità.
«C'è la necessità di reinvestire risorse dopo anni di tagli e tetti alla spesa sanitaria». E' l' elenco di istanze e priorità che secondo la Cittadini devono essere sottoposte al prossimo governo nazionale. «Noi privati ci troviamo in una situazione drammatica - afferma -. Abbiamo le tariffe bloccate, datate e che sono state costruite in base alle risorse allora disponibili e non con un criterio corretto in base al quale dovrebbe essere strutturato un sistema tariffario; tetti spesa bloccati da anni. Non voglio immaginare un Paese dove i dipendenti della sanità pubblica, al quale è stato rinnovato il contratto, sono di serie A e quelli privati di serie B. Al cittadino italiano - sottolinea - e' stata inibita la scelta del luogo dove curarsi. Anche questo aspetto, garantito costituzionalmente, è stato sottoposto a un tetto di spesa».
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