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Gli sprechi nella spesa sanitaria
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Gli sprechi nella spesa sanitaria

Rapporto Ocse "Tackling wasteful spending on health"

Alberta Sciachì, Responsabile Ufficio Rapporti internazionali

L’inefficienza della spesa sanitaria, uno dei maggiori problemi da risolvere per continuare a garantire la sostenibilità dei Sistemi sanitari, è stata analizzata dall’Ocse nel rapporto “Tackling wasteful spending on health”. I dati generali, riferiti ai Paesi membri della stessa Ocse, pubblicati nella sintesi della ricerca sono fin troppo rilevanti: un paziente su dieci riceve un danno evitabile sul luogo di cura, più del 10% della spesa sanitaria è destinata a correggere errori medici evitabili o infezioni ospedaliere. Tra l'altro, alcuni Paesi, tra cui l’Italia, riportano almeno una visita inappropriata su cinque nei servizi di urgenza, il costo dell’apparato amministrativo non presenta spesso una correlazione giustificata con le performance del sistema. Tutto questo senza considerare che in media il 6% della spesa sanitaria è ascrivibile non solo ad errori, ma anche a frodi e corruzione.
Se, dunque, una parte significativa della spesa è nella migliore delle ipotesi inefficace e nella peggiore sprecata, l’Ocse presenta alcune linee generali per risolvere il problema, che risulta particolarmente grave considerata l’entità della spesa sanitaria ed i trend di crescita, dovuti all’invecchiamento della popolazione ed all’introduzione di nuove tecnologie. I dati raccolti suggeriscono, infatti, che circa un quinto della spesa sanitaria potrebbe essere destinata ad un’utilizzazione migliore, ottenendo gli stessi benefici con minore dispendio di risorse. La riduzione della spesa inefficiente è tuttavia difficile da accettare per manager, operatori, pazienti e politici, nonostante i vantaggi che comporterebbe a tutti i livelli: gestione, organizzazione dei servizi, governance.
Al riguardo, l’Ocse segnala le principali problematiche da risolvere nelle diverse aree di cura e le possibili vie di soluzione. I pazienti in un certo numero di casi ricevono test diagnostici ripetuti solo a causa della mancanza di comunicazione tra i provider, non sono adeguatamente informati e ricevono cure di scarso valore terapeutico, subiscono serie complicazioni che potrebbero essere evitate, con un costo umano ed economico rilevante. Questi gravi inconvenienti potrebbero essere evitate con sistemi informativi destinati ad identificare le attività non giustificate sotto il profilo dei progressi della medicina, a registrare gli eventi avversi, a lanciare campagne d’informazione. Le linee guida cliniche, inoltre, possono migliorare il processo curativo e gli outcome, ridurre il numero degli interventi non necessari e tagliare i costi inutili.
La ricerca Ocse, dopo aver analizzato gli sprechi connessi al settore farmaceutico, con specifico riferimento alla scarsa diffusione dei medicinali generici, si sofferma anche sull’assistenza ospedaliera evidenziando i ricoveri impropri, le inefficienze in regime di ricovero, la durata media dei ricoveri stessi, un dato soggetto a considerevoli variazioni nei diversi Paesi. Ma le diversità di ampiezza maggiore vengono rilevate nei costi amministrativi per la governance, suggerendo che esistano ampi margini di efficientamento attraverso la scelta dei metodi di finanziamento e il contenimento degli oneri burocratici. In Germania ed Olanda, ad esempio, l’impegno collaborativo tra tutti gli stakeholder ha determinato una riduzione dei requisiti non necessari nelle relazioni di carattere amministrativo. Infine, restano gravi, nel campo degli sprechi collegati alla governance, i casi di frode nell’erogazione e nel finanziamento dei servizi, situazioni inaccettabili che, al di là degli aspetti più strettamente legali, possono essere superati anche grazie ad una maggiore trasparenza nelle relazioni finanziarie tra industrie ed erogatori dei servizi, attraverso un sistema di auto-regolamentazione volto ad evitare le attività a rischio di generare comportamenti inappropriati.
Per riassumere in quattro verbi le raccomandazioni dell’Ocse si tratta, come detto nelle conclusioni del paper, di conoscere, informare, persuadere ed investire: riconoscere che il problema esiste, monitorarlo ed attivare strategie di riduzione degli sprechi; informare sul valore degli interventi assistenziali a vantaggio del paziente, pubblicando indicatori relativi agli sprechi e verificando i progressi raggiunti; persuadere che si può attuare un cambiamento sostenibile, migliorando l’adesione alle linee guida e la sicurezza delle prestazioni sanitarie; investire in alternative di cura valide e di provata efficacia.

In allegato il testo della sintesi.
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