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AiopMagazine n° 1 - gennaio 2013
Garantire ogni sforzo per oltrepassare il guado
EDITORIALE - di Gabriele Pelissero
A dispetto dei tradizionali voti augurali di fine anno – e delle antiche profezie Maya – il 2013 è venuto alla luce con i timori e le speranze con cui si era spento il 2012. Non ci manca la fiducia, né in noi stessi come imprenditori della sanità, né nell’azione di Aiop che ha dimostrato ancor più in questi ultimi mesi di non avere remore nel rimboccarsi le maniche e impegnarsi con competenza, creatività ed efficacia. Vale quindi la pena evidenziare in alcuni punti ciò che è successo nella politica sanitaria nel 2012 e avanzare alcuni suggerimenti per il 2013, a memoria anche della prossima maggioranza di governo che verrà fuori dalle imminenti elezioni di febbraio. Nell’ultimo anno si è avuta una forte ripresa dell’azione del Governo centrale in materia di politica sanitaria, orientata in tre direzioni principali:
1) riduzione della spesa sanitaria pubblica, che di fatto avviene con un taglio lineare alle Regioni. Così fra l’altro aumenta il divario con paesi comparabili con noi come Francia e Germania, che investono in sanità quasi due punti di Pil in più;
2) tentativo di migliorare governance e efficienza delle ASL e delle Aziende Ospedaliere pubbliche. L’intenzione è apprezzabile, ma sia gli interventi su acquisizione di beni e servizi (di difficile realizzazione) sia quelli sulla selezione di manager e primari (sostanzialmente di tipo formale) sembrano insufficienti per un cambiamento efficace;
3) tentativo di ridurre l’area ospedaliera e specialistica a vantaggio dell’assistenza primaria. Viene adottato un indice di 3,7 per mille abitanti, per i posti letto ospedalieri fra i più bassi d’Europa, con un taglio ancor maggiore ai posti letto privati accreditati e con il ritorno ai modelli di programmazione ospedaliera rigidi e centralistici degli anni ‘60. Il potenziamento dell’assistenza di base, territoriale e domiciliare è però senza risorse economiche e l’efficacia è tutta da dimostrare mentre è sicura la crisi (più o meno visibile) dell’assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale, con ritorno alle liste d’attesa praticamente in tutte le Regioni. Infine si tenta di comprimere la mobilità interregionale dei pazienti, mentre l’Unione Europea sta aprendo alla mobilità sanitaria internazionale. Il Servizio Sanitario Nazionale universale e solidaristico è in crisi, e per salvarlo occorre invertire la rotta e avviare una vera grande riforma, i cui punti essenziali sono:
1) arginare il disinvestimento in sanità ritornando a finanziare in modo sostenibile il sistema. Un buon compromesso sarebbe ripartire dai costi standard costruiti secondo criteri economici rigorosi;
2) rendere efficiente la rete di ASL e Aziende Ospedaliere aumentando il livello di autonomia e responsabilità. A partire dal bilancio civilistico per arrivare a farne vere aziende;
3) potenziare la rete ospedaliera e di specialistica ambulatoriale, pubblica e privata, ritornando al pagamento a prestazione con tariffe uguali per tutti corrispondenti ai costi reali;
4) riorganizzare l’assistenza primaria, collegandola fortemente con la specialistica, con le post-acuzie, con la residenzialità socio-sanitaria e le cure domiciliari, consapevoli che è una indispensabile componente del sistema sanitario, non una velleitaria alternativa alle cure ospedaliere.
5) istituire un’agenzia veramente indipendente e imparziale che controlli l’intero sistema, pubblico e privato.
Rischiamo di sembrare retorici se diciamo che il 2013 sarà un anno storico o decisivo per la sanità italiana. Certamente Aiop continuerà a garantire ogni sforzo per oltrepassare il guado, tutti insieme, con successo.