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Indagine conoscitiva Emergenza-Urgenza: Seguito audizione Schillaci in XII Camera
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Indagine conoscitiva Emergenza-Urgenza: Seguito audizione Schillaci in XII Camera

Mercoledì 27 marzo u.s., nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione della medicina dell'emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia, presso la Commissione Affari Sociali della Camera, si è svolto il seguito dell'audizione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci. 

Mercoledì 27 marzo u.s., nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione della medicina dell'emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia, presso la Commissione Affari Sociali della Camera, si è svolto il seguito dell'audizione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci. 
 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni:
  • Superamento del tetto di spesa per assunzioni - il Ministero sta già lavorando sul vincolo assunzionale sui tetti di spesa ed entro l’anno, dopo diciassette anni, si riuscirà finalmente a superarlo. Se non si mettono nuove forze nel Sistema Sanitario Nazionale e non si assumono medici e personale sarà difficile pensare che il SSN possa continuare a offrire i propri servizi al meglio. 
     
  • Contributo orario MMG nelle Case di Comunità - l'obiettivo non è quello di fare una battaglia sul tipo di contratto, ma occorre determinare una base oraria lavorativa con un determinato numero di ore, per assicurare la  presenza dei medici di base all'interno delle Case di Comunità, altrimenti sarà impossibile riuscire a portare a casa qualunque tipo di riforma e di questo se ne sta già discutendo al Ministero. Inoltre, vanno riviste le regole di ingaggio e poco importa se i medici diventeranno dipendenti del sistema sanitario regionale o resteranno liberi professionisti. Di contro, bisogna assicurare che i medici di base diano un effettivo contributo orario all'interno del servizio sanitario regionale e che ciò avvenga, in particolar modo, nelle strutture che saranno deputate ad assicurare la medicina territoriale. Va, in aggiunta, rivisto il contributo dei medici di base, perché nessuna vera riforma sanitaria può avere speranza se non si tiene conto del loro lavoro svolto. I medici di base sono, infatti, fondamentali e rappresentano il primo baluardo dei cittadini rispetto alla loro giusta richiesta di salute. 
  • Pronto soccorso e proposte D.M.70 e D.M. 77  - tante persone potrebbero essere curate in altre situazioni e al Pronto soccorso arrivano pazienti che avrebbero bisogno di cure che possono essere erogate altrove e in merito agli accessi impropri e alla riforma della medicina territoriale, da un anno, sono stati già avviati dei tavoli di lavoro per rivedere sia il Dm70 sia il Dm77.  A tal riguardo, in questo momento si stanno tirando le conclusioni e a breve saranno illustrate le proposte. Uno dei due collegati alla finanziaria riguarda proprio la revisione della medicina territoriale e non si può pensare di cambiare in meglio l'offerta del Pronto Soccorso se non si cambia a 360 gradi l'organizzazione attuale della sanità. Con il decreto Bollette è stata prevista la possibilità per i medici che non lavoravano al pronto soccorso di guadagnare 100 euro lorde l’ora per il pronto soccorso. Al di là delle critiche, mettere nel pronto soccorso persone che vengono da altri reparti oggi è possibile. Bisogna aprire e non confinare il pronto soccorso che deve diventare un posto più aperto, dove anche altri professionisti che hanno capacità possono aderire e questo con il decreto è già possibile in extra time. Si sta, dunque, lavorando per colmare delle lacune che sicuramente ci sono. 
  • Carenza di personale e medici specializzandi - per il comparto dei medici la carenza di personale c’è e ci sarà soprattutto da quest’anno e per i prossimi 3-4 anni, legati alla gobba pensionistica, per cui molti medici nei prossimi tre anni andranno in pensione. Se però si guarda al fatto che le cooperative con i gettonisti i medici li trovano, occorre porsi una domanda. Nel decreto bollette c'è stato un primo tentativo di eliminare questa distorsione dal sistema sanitario nazionale. La carenza dei medici va affrontata nei prossimi 3-4 anni dando maggiore spazio e maggiore dignità professionale agli specializzandi. Prima del Covid gli specializzandi erano 5mila l’anno, adesso sono addirittura 15mila. Oggi molte borse di studio non vengono occupate e le specializzazioni meno scelte, oltre a quella del pronto soccorso sono quelle dove è difficile avere un'attività libero professionale autonoma (es. anatomia patologica e radioterapia). Quando si sceglie di fare medicina non si può avere come obiettivo quello del guadagno. I medici devono poter guadagnare bene ed essere pagati più di quanto non lo siano oggi, ma se si hanno altri obiettivi va scelta un’altra professione. Non si può fare a meno del contributo degli specializzandi che devono essere inseriti a pieno titolo nei prossimi anni all'interno del SSN in forme da valutare e distribuiti sul territorio. Questi, infatti, non possono lavorare solo nell’ospedale universitario di riferimento. Tra l'altro, se un medico entra nel sistema sanitario pubblico da specializzando è più probabile che ci rimanga. 
 
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