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La struttura cresce
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La struttura cresce

Intervista ad Averardo Orta, Presidente e amministratore delegato dell'ospedale privato Santa Viola, pubblicata su Il Resto del Carlino il 3 gennaio 2019

PARLARE di sanità d' eccellenza a Bologna non è certo una novità, grazie a un sistema che coniuga l' avanguardia del settore pubblico con la professionalità di alto livello espressa, su questo fronte, dai privati accreditati. A spiccare, fra le strutture che fanno capo alla sezione bolognese dell' associazione che raggruppa le strutture sanitarie private, è certamente l'Ospedale Privato Santa Viola di via della Ferriera, di cui Averardo Orta, presidente di Aiop Bologna e vicepresidente di Aiop Emilia-Romagna, è presidente e amministratore delegato. Un' oasi, questa, di scienza e umanità, dedicata specificamente alla lungodegenza e specializzata nel recupero, nella riabilitazione e nell' assistenza di chi è rimasto vittima di disordini della coscienza, che ha appena subito, tra l' altro, un considerevole ampliamento.

«SONO appena terminati i lavori serviti a raddoppiare la volumetria di una struttura che brilla da anni per la sua integrazione molto stretta con l' Ausl - spiega Orta - e ad aumentare il numero di posti letto di 35 unità, da 62 a 97». L' intervento, finanziato tramite un mutuo del valore di 7 milioni di euro «in un momento nel quale - a detta di Orta - investire non è facile per nessuno», ha avuto il merito di avvicinare ulteriormente l' ospedale alle vette internazionali del settore, «intervenendo in primis sull' aspetto alberghiero della struttura». Come ha precisato il chairman, infatti, «l' impegno profuso in questo campo da quattro generazioni della famiglia ha insegnato anche a me a viaggiare per il mondo in cerca di ispirazione per fare al meglio il mio lavoro ed è al Texas e al Giappone che ho guardato, questa volta, per dare ai nostri pazienti il meglio di quanto il mercato offra». Gli 80 dipendenti che, fra medici e personale sanitario e amministrativo, operano ogni giorno nell' ospedale possono allora usufruire, di una palestra per riabilitazione all' avanguardia, di un accesso ambulanze ampliato e rinnovato e di un intero piano dedicato alle attività di ricerca e formazione dei medici, oltre a tutto quello che già avevano a disposizione. «La vera sfida alla quale ognuno dei nostri dipendenti ha dato un contributo prezioso - sottolinea Orta - è stata fare in modo che nessuno dei nostri ospiti soffrisse dei disagi causati dai cantieri e continuasse, invece, a godere indisturbato del comfort offerto dai nostri letti speciali, dalle ampie camere, dalle amene terrazze e dai tanti locali comuni».

CHI ha la necessità di recuperare dopo delicati interventi o periodi di cura, infatti, secondo Orta deve poter «ritrovare le energie in un luogo che sia anche e soprattutto gradevole, oltre che scientificamente in linea con i suoi bisogni, tappa intermedia fondamentale fra il letto d' ospedale e il proprio domicilio». Se questo accade quotidianamente nel suo ospedale è anche perché, per Orta, «in una terra di lavoro come l' Emilia, fortunatamente, le buone notizie sono ancora di casa».
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