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AiopMagazine n° 3 - marzo aprile 2013
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AiopMagazine n° 3 - marzo aprile 2013

Dalle urne “no” a tagli e a impoverimento senza crescita

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EDITORIALE - di Gabriele Pelissero

Nell’ultimo numero di AiopMagazine avevamo già evidenziato il nostro timore, anche nella vignetta di prima pagina, che dall’”uovo” delle elezioni politiche uscisse un coccodrillo. Così è stato. 

Si naviga quindi a vista, nell’incertezza assoluta, con le forze politiche che si delegittimano a vicenda. E’ il frutto di anni di inciviltà politica, di demonizzazione dell’avversario, con il quale, ovviamente, oggi si fa fatica a immaginare anche di sedersi allo stesso tavolo.
Attendiamo, quindi, la mediazione del Capo dello Stato. Le crisi sono anche opportunità se si ha forza e coraggio di saperle cogliere come tali.
Ma le recenti elezioni hanno detto anche altro. Gli italiani hanno detto no ad una politica di tagli senza sviluppo, di impoverimento e di maggiore pressione fiscale che producono ulteriore recessione. Non si può continuare ad alimentare il Minotauro della crisi con i frutti migliori del paese senza proporre un’idea per affrontarlo direttamente.
Nel settore sanitario la “riforma Grilli-Balduzzi” ha individuato il terreno in cui raccogliere i sacrifici da offrire al mostro. Qui sono stati imposti tagli, abbattimenti delle tariffe e nuovi standard strutturali.
I tagli ai budget e ai posti letto hanno provocato ulteriori allungamenti delle liste d’attesa e un aumento della spesa sanitaria delle famiglie con conseguente protesta sociale; dal lato delle imprese è facile immaginare un crollo degli investimenti, soprattutto sui progetti della qualità e dell’Information Tecnology, nonostante l’approvazione di un’Agenda digitale da parte del Governo.
L’approvazione del nuovo tariffario nazionale delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali è stata un’ulteriore operazione di ricalcolo al ribasso (e su questo provvedimento l’AIOP ha già annunciato una serie di ricorsi al TAR Lazio, cui stanno aderendo anche altri soggetti associativi). Ciò non favorirà certamente la qualità delle prestazioni sanitarie, mentre avrà l’effetto di bloccare sine die qualunque ipotesi di incremento o progressione contrattuale da parte dei lavoratori del settore privato (ma c’è poco da meravigliarsi visto che un provvedimento simile è previsto a giorni per i dipendenti della Pubblica Amministrazione).
Le elezioni politiche non hanno consentito, almeno per il momento, l’approvazione del famigerato provvedimento sui nuovi standard ospedalieri (con un minimo di 60 posti letto per acuti), che avrebbe avuto il sicuro effetto di provocare un fiume di licenziamenti.
Il voto del 24 e 25 febbraio è stato in qualche misura anche un no a questi provvedimenti. Gli italiani sentono il Servizio Sanitario Nazionale come un bene prezioso, una conquista civile, e tutti i tentativi, palesi o occulti, di impoverirlo sono visti come un attentato alla propria storia e al proprio futuro.
Il Paese continua dunque la propria navigazione a vista, nell’attesa che dopo questa lunga notte arrivi l’alba. L’Italia ha conosciuto altri momenti gravi nella sua storia ma è sempre stata capace di ripartire con la tenacia di tanti cittadini, imprenditori e lavoratori, che si sono impegnati nella concretezza della vita quotidiana con il lavoro e la professionalità, creando e sviluppando le aziende, grandi - medie e piccole, che sono la vera ricchezza del Paese. E questo vale, oggi, anche per la sanità.

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