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Prosegue esame PdL in materia di riconoscimento e sostegno dell'attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare
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Prosegue esame PdL in materia di riconoscimento e sostegno dell'attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare

Mercoledì 31 luglio u.s., in Commissione Affari Sociali alla Camera, si è svolto un ciclo di audizioni audizioni, nell'ambito dell'esame delle PdL in materia di Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare.

Mercoledì 31 luglio u.s., in Commissione Affari Sociali alla Camera, si sono svolte le audizioni, nell'ambito dell'esame delle PdL in materia di Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare ("Disposizioni e delega al Governo per la disciplina della figura del familiare e per la promozione e il sostegno dell’attività di assistenza e di cura da esso svolta" - A.C. 114; A.C. 159; A.C. 307; A.C. 344; A.C. 998; A.C. 1426; A.C. 1461; A.C. 1690), di rappresentati di:
  • Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico (Assindatcolf) - QUI la memoria;
  • CGIL - la memoria non è al momento disponibile;  
  • CISL -  la memoria non è al momento disponibile;
  • UIL -  la memoria non è al momento disponibile;   
  • UGL - QUI la memoria;
  • Confederazione Parkinson Italia - la memoria non è al momento disponibile;   
  • Associazione italiana giovani parkinsoniani (AIGP) - la memoria non è al momento disponibile;  
  • Associazione Salute donna  - QUI la memoria. 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni dei rappresentanti di Assindatcolf:
  • Le tutele e i sostegni a favore del caregiver familiare devono concernere:
    • informazione puntuale ed esauriente, previo consenso della persona assistita o di chi ne esercita la tutela, da parte dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari competenti, sui bisogni e le problematiche assistenziali e di cure, sui criteri di accesso ai servizi territoriali, sulle opportunità e risorse a sostegno della cura e sull’accesso a servizi di incontro e selezione di domanda e offerta di lavoro di cura;
    • opportunità di formazione sulle tematiche della cura e sul ruolo a fini di empowerment e tutela del proprio benessere e di quello della persona assistita, addestramento in situazione per un corretto espletamento assistenziale degli ambiti di competenza e gestione degli aspetti emozionali propri e dell’assistito;
    • supporto psicologico diretto e/o nell’ambito di gruppi di auto mutuo aiuto, al fine di sostenere il caregiver nella ricerca e mantenimento del benessere e dell’equilibrio personale e familiare e per prevenire i rischi psico-fisici di malattia connessi a stress cronico. 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni dei rappresentanti di Salute donna:
  • occorre ampliare la possibilità per i Caregiver famigliari di usufruire dell’aspettativa non retribuita (anche oltre i due anni previsti) qualora assistano un famigliare con una grave malattia avanzata. Ciò permetterebbe di mantenere il posto di lavoro, ma anche un risparmio per lo Stato (il malato sarebbe ospedalizzato solo in casi estremi) e qualora l’azienda avesse la necessità, la possibilità di assumere personale in sostituzione a tempo determinato (es. aspettativa per cariche elettive e pubbliche). Occorrerebbe anche rivedere la “legge 104”, permettendo anche a quel famigliare residente nel raggio di 2/5 km dalla residenza dell’assistito di usufruire dei due anni retribuiti previsti dalla legge; 
  • le proposte in esame hanno individuato un punto fondamentale: quello di non disperdere il grande patrimonio di conoscenza dei Caregiver. Chi passa il proprio tempo accanto a un malato oncologico matura un'esperienza e una sensibilità che spesso possono, io direi devono, essere utilizzate anche dopo. Quindi, il fatto di potere certificare queste competenze, un modo per fare tesoro di queste esperienze, è importante. Noi chiediamo che sia fatto in modo semplice e non burocratico. Attestare che si assiste o si è assistito un malato oncologico, non sia solo una medaglia, ma un atto che possa valorizzare anche quella esperienza in esperienze successive. 
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